domenica 3 aprile 2011

LA RIVOLTA DEL SILENZIO | AZIONE 01

19 MARZO 2011
PIAZZA DI MONTECITORIO | ROMA
ORE 10:00


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Per tornare a sognare e a costruire un paese normale, civile, consapevole del proprio passato, del proprio presente e persuaso di un futuro migliore, dobbiamo rispondere a questa barbarie ricostruendo il silenzio che c’è prima di ogni rinascita.

Proponiamo la resistenza del silenzio, l’ostinazione dei muli contro il collasso sociale, politico e culturale di questa Italia, nella quale non ci riconosciamo.
La rivolta del silenzio reagisce alla parola abusata e consumata, tradita e non tradotta, privata dei suoi significati, delle sue infinite sfumature, della sua dignità, reagisce al vuoto di pensieri, di contenuti, di culture, di memorie, di orizzonti.

La rivolta del silenzio, come uno specchio, si porrà dinanzi al simbolo dell’istituzione democratica italiana, al luogo dove è stata voluta, pensata e scritta la sua costituzione, trama di parole riconquistate, pesate, pensate, volute, sofferte.
È dal peso e dall’importanza delle parole che questa rivolta vuole ripartire, privandosene momentaneamente solo per sottrarle a questa deriva, per lasciare che davanti alla loro improvvisa assenza tutto questo si accorga della sua assordante inconsistenza e finalmente si taccia ed evapori.
La rivolta del silenzio, davanti al parlamento, invita questo paese a tacere per quella manciata di ore necessarie a strapparlo al nulla, perché le sue parole e i suoi pensieri possano ancora una volta tornare ad essere riconquistati, riabilitati, riabitati, per tornare a desiderare il futuro.
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La rivolta del silenzio propone una pratica, un’azione che si materializza in uno stare ostinato, in silenzio, seduti.
La rivolta del silenzio altro non è che resistenza pura, è tutto quello che non abbiamo piú da dire e tutto quello che non possiamo piú fare finché saremo immersi in questo «stato» di catatonia.
Ma è già la promessa di tutto quello che potremo e vorremo tornare a fare e a dire appena ne saremo fuori.

Useremo un solo slogan, la celebre frase di John Cage «non ho nulla da dire, e lo sto dicendo», che per la rivolta diventerà «non abbiamo più nulla da dire, e lo stiamo dicendo». Lo potremo scrivere o stampare su un foglio A4.
Al di fuori di questo, chi aderisce all’azione non deve aggiungere altro al silenzio se non vuole che la rivolta perda forza.
La rivolta del silenzio non è una manifestazione di partito o categoria, non è un flash mob, non è un evento effimero, localizzato e a tempo determinato, la rivolta del silenzio aspira a divenire una modalità simbolica e non violenta di interposizione, qui e ora.
Per questo motivo è nostro auspicio che si diffonda e venga fatta propria da tutti quelli che ne sentiranno la necessità, in qualsiasi angolo del paese. 
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Piú saremo e piú sarà frastornante il nostro silenzio.


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